Open Source Intelligence (OSINT)
Ospite del III° Dialogo sulla Difesa: Majakovsk, esperto di OSINT
INTRODUZIONE
Il giorno giovedì 17 ottobre si è tenuto il terzo incontro di “Dialoghi sulla Difesa”, un’iniziativa di Dossier Difesa per interagire con i protagonisti del Comparto Difesa Italiano ed imparare dalle loro esperienze professionali e di vita. L’incontro ha avuto come ospite Majakovsk, un esperto di Open Source Intelligence, una disciplina che, in contesti come la guerra in Ucraina e il conflitto a Gaza, ha dimostrato di essere uno strumento essenziale per la sicurezza e la strategia militari.
Negli ultimi anni, l’Open Source Intelligence ha attirato un crescente interesse a livello internazionale, diventando uno strumento sempre più rilevante nelle attività di intelligence, sicurezza e geopolitica. Tuttavia, l’adozione dell’OSINT non è omogenea in tutto il mondo, presentando sviluppi molto diversi tra loro a seconda delle aree geografiche e delle strategie governative.
Uno degli aspetti fondamentali dell’OSINT nel contesto di guerra è la capacità di mappare e monitorare l’evoluzione della linea del fronte, i movimenti delle truppe e i cambiamenti del territorio. Utilizzando immagini satellitari e dati geospaziali, gli analisti possono osservare in tempo reale le modifiche sul terreno, rilevare la presenza di veicoli militari e monitorare i danni alle infrastrutture. Questo tipo di informazioni risulta essenziale per comprendere l’andamento delle operazioni militari in modo pressoché simultaneo.
L’intervento si è focalizzato su come l’analisi di fonti open source abbia rivoluzionato il modo di comprendere e monitorare i conflitti, integrando i dati provenienti da una vasta gamma di fonti — come social media, immagini satellitari, rapporti di stampa, blog e forum locali — al fine di creare una visione onnicomprensiva degli eventi in corso, dimostrandosi così come un fenomeno complementare rispetto ai media tradizionali. In particolare, in contesti di conflitto caratterizzati da un difficile reperimento di informazioni veritiere e verificate, l’OSINT consente di superare molteplici ostacoli, offrendo informazioni indipendenti che permettono di analizzare le dinamiche sul campo e ottenere una comprensione più completa della situazione.
ORIGINI E STORIA DELL’OPEN SOURCE INTELLIGENCE
“La vera forza dell’OSINT risiede nella capacità di reperire informazioni, generare contenuti e contribuire alla comunità in modo autentico. Questo approccio consente a noi, che possiamo comodamente osservare da casa, di comprendere ciò che accade sui campi di battaglia, sia dal punto di vista tattico e strategico che politico”. Con queste parole Majakovsk ha riassunto i principi cardine dell’Open Source Intelligence, un’attività che si è intensificata con l’avanzamento tecnologico degli ultimi anni, ma le cui radici risalgono a ben prima della nascita di Internet.
Storicamente, l’utilizzo sistematico della pratica dell’OSINT viene fatto risalire al contesto delle guerre mondiali, quando i governi iniziarono a sfruttare i media per ottenere informazioni sui nemici. Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Alleati monitoravano attentamente la propaganda e i media nemici per dedurre dettagli utili sull’andamento del conflitto. Questo utilizzo di fonti aperte rappresentò un importante punto di svolta, segnando la nascita di un approccio che vedeva nella raccolta di informazioni pubbliche una risorsa cruciale per la sicurezza delle proprie operazioni.
Successivamente, durante la Guerra Fredda, la proliferazione di fonti di informazione accessibili, come la stampa, la radio e, successivamente, la televisione, fornì agli analisti di intelligence una quantità sempre maggiore di dati da elaborare. Le informazioni venivano raccolte non solo dai servizi segreti, ma anche da agenzie governative, accademici e organizzazioni non governative, il cui obiettivo era monitorare eventi e cambiamenti nei regimi politici e militari.
Con la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda, l’importanza dell’OSINT continuò a crescere, soprattutto con l’avvento di Internet e la digitalizzazione delle informazioni. Il web ha radicalmente modificato il panorama dell’OSINT, ampliando enormemente l’accesso a fonti di dati diversificate e in tempo reale. La diffusione di Internet, dei social media e delle piattaforme online ha permesso ai professionisti dell’intelligence di ottenere informazioni da una gamma sempre più ampia di fonti aperte, dai siti web ai forum, dai blog ai social network1.
Nel contesto moderno, l’OSINT è diventato uno strumento fondamentale non solo per le agenzie governative, ma anche per il settore privato, le organizzazioni non governative e persino i privati cittadini. Le sue applicazioni spaziano dalla sicurezza nazionale alla prevenzione di minacce terroristiche, dalle analisi di mercato alla sicurezza informatica. La facilità di accesso ad un bacino di informazioni sempre più ampio ha reso l’OSINT come la capacità di navigare e interpretare i dati, identificando solo le informazioni rilevanti in modo rapido ed efficace.
GLI STRUMENTI PER L’OSINT
L’analisi Open Source Intelligence ha subito una notevole trasformazione con l’avvento di tecnologie satellitari avanzate che permettono di osservare e monitorare il territorio con una precisione e continuità senza precedenti. Come ampiamente spiegato da Majakovsk, uno degli strumenti più potenti a disposizione degli analisti è costituito dai satelliti a risoluzione elevata, molti dei quali gratuiti o a costi accessibili, che offrono agli osservatori informazioni fondamentali per il monitoraggio di scenari critici e di conflitto. Tra questi, i satelliti Sentinel, gestiti nell’ambito del programma europeo Copernicus, rappresentano una risorsa cruciale. Equipaggiati con sensori di varia natura, dai radar alle immagini multispettrali, i Sentinel permettono di analizzare l’andamento del terreno e delle risorse ambientali, offrendo una visuale chiara dei cambiamenti del territorio, anche grazie alla loro capacità di catturare immagini frequenti e dettagliate di vaste aree geografiche.
Oltre a Sentinel, Majakovsk ha sottolineato anche l’importanza della rete di satelliti Landsat, che, sebbene nata principalmente per scopi di ricerca scientifica e telecomunicazione, ha giocato un ruolo fondamentale anche per la raccolta di dati relativi a fenomeni ambientali, nonché per il monitoraggio di aree di interesse strategico-militare. Gli analisti possono utilizzare questi satelliti per rilevare modifiche nel territorio e tracciare movimenti di veicoli o cambiamenti nell’infrastruttura locale.
Questi strumenti, infatti, integrati con script avanzati, consentono di applicare filtri specifici, permettendo di rilevare e monitorare eventi significativi come incendi, movimenti di truppe, variazioni nella vegetazione, nella copertura del suolo e altre trasformazioni che possono fornire indizi utili in contesti di conflitto.
I satelliti di osservazione, combinati con sistemi avanzati di analisi dei dati e geolocalizzazione, consentono agli analisti OSINT di ottenere una panoramica completa e accurata delle operazioni sul campo, anche in aree dove le informazioni dirette sono scarse o inaffidabili. La continuità nella raccolta dei dati e la capacità di confrontare immagini scattate in momenti diversi permettono di osservare l’evoluzione del territorio e rilevare rapidamente eventuali modifiche. Questa funzione è essenziale per anticipare o interpretare gli spostamenti di mezzi e personale, nonché per comprendere le tattiche adottate dalle forze in campo.
LE SFIDE DELL’OSINT
Majakovsk ci ha fornito una panoramica molto dettagliata sugli utilizzi dell’Open Source Intelligence, ponendo particolare enfasi sulla strumentalizzazione politica e propagandistica portata avanti da governi, gruppi militanti e persino attori non statali con l’intento di influenzare l’opinione pubblica e la percezione di eventi globali. In questo contesto, la capacità di raccogliere e diffondere informazioni attraverso fonti aperte si figura come un terreno fertile per trasmettere messaggi manipolato e promuovere narrazioni viziate da bias. Un’ulteriore criticità è rappresentata dai social media, i quali si presentano come una vera e propria cassa di risonanza, in cui, attraverso algoritmi specifici, vengono veicolate informazioni non accreditate ad un pubblico ben specifico, con il rischio di incanalare l’opinione pubblica verso una determinata visione dei fatti.
Durante i conflitti, come quelli in Ucraina o in Medio Oriente, le informazioni raccolte vengono spesso selezionate, modificate o decontestualizzate per perseguire fini propagandistici o di destabilizzazione. Ad esempio, l’uso di immagini satellitari può servire non solo a monitorare i movimenti militari, ma anche a mostrare al mondo le conseguenze di un bombardamento o le tracce lasciate da truppe nemiche in modo da suscitare empatia o indignazione. Nei teatri di guerra moderni, le parti in conflitto sfruttano questi strumenti per presentare prove visive di violenze o attacchi, consapevoli dell’impatto emotivo e immediato che le immagini possono avere su un pubblico internazionale.
Un esempio emblematico è rappresentato dalla strategia del governo russo, il quale sfrutta i social media per diffondere notizie fasulle, rese credibili dall’apparente trasparenza di immagini, video amatoriali o deep fake. Alcuni governi e gruppi militari utilizzano account ufficiali e piattaforme social per pubblicare dettagli sugli eventi bellici, enfatizzando le vittorie o le azioni eroiche dei propri soldati, mentre mettono in evidenza le perdite o le presunte violazioni delle norme internazionali da parte del nemico. In questo senso, l’OSINT si figura come uno strumento finalizzato a rafforzare il morale interno e minare quello degli avversari, presentandosi come una guerra d’informazione parallela a quella reale.
UN PROGRAMMA GLOBALE ASIMMETRICO
Majakovsk ha spiegato come l’OSINT rappresenti una risorsa trasversale e in costante crescita, ma il suo sviluppo è fortemente influenzato dal contesto politico e tecnologico dei singoli paesi. Mentre in alcune regioni è considerato uno strumento essenziale per l’intelligence e la difesa, in altre è sottoutilizzato o distorto per fini propagandistici. Riprendendo le parole di Majakovsk, il movimento OSINT si trova attualmente di fronte a una sfida cruciale: quella della sua “tenuta morale”. Un attacco al fattore morale di questa attività rischia di compromettere la sua funzione primaria di fornire una visione dei fatti quanto più veritiera possibile, spesso assente nei media tradizionali. Mantenere l’indipendenza di questo movimento sarà essenziale affinché possa continuare a offrire una rappresentazione della realtà basata su dati aperti e oggettivi, non filtrati da interessi governativi o politici.
In Israele, per esempio, non sono emersi account OSINT di rilievo. Questo è sorprendente, considerando che Israele è uno dei paesi tecnologicamente più avanzati del mondo. Al contrario, si nota una presenza di opinionisti e propagandisti, simili a quelli russi. In Medio Oriente e in Asia, invece, la situazione appare più variegata, con Paesi che stanno attraversando una crescita nel settore dell’OSINT. Ad esempio, Afghanistan e Pakistan, hanno visto un aumento delle attività, sebbene spesso limitate alla diffusione di notizie piuttosto che alla geolocalizzazione o alla mappatura dei conflitti.
Parallelamente, in Europa e altre regioni del mondo si stanno facendo grandi passi avanti nell’adozione di pratiche di Open Source Intelligence. Paesi come Francia, Germania e Italia stanno investendo in infrastrutture e programmi per consolidare reti nazionali dedicate all’intelligence open source. In particolare, nei Paesi scandinavi, come Finlandia e Svezia, l’OSINT si è evoluto in un sistema sofisticato, caratterizzato da un’integrazione efficiente tra tecnologia avanzata, istituzioni governative e collaborazione con il settore privato.
In aggiunta, negli Stati Uniti, l’OSINT ha una presenza forte, sostenuta da tecnologie all’avanguardia e da un interesse crescente per l’analisi delle fonti aperte. A livello istituzionale, nel 2022, l’Ufficio di Ricerca e Analisi del Dipartimento di Stato ha creato l’Unità di Coordinamento OSINT per sfruttare al massimo il panorama in rapida evoluzione, utilizzando le informazioni open source in modo più efficiente, efficace e responsabile. L’obiettivo è quello di creare strategie efficaci, definendo politiche e standard che guidino la ricerca e la produzione. Questo include pianificare budget e acquisire strumenti commerciali per colmare lacune informative, migliorando il lavoro degli analisti. Per questo motivo, sono previsti programmi di formazione per rafforzare le competenze nelle attività di OSINT e iniziative per lo sviluppo professionale2.
SCENARI FUTURI
Inoltre, Majakovsk ha spiegato come la riduzione dei costi e la democratizzazione dell’accesso alle informazioni stanno ponendo le basi per uno scenario con un numero sempre maggiore di attori, spesso provenienti da contesti meno abbienti, soprattutto grazie al superamento delle barriere d’ingresso tipiche dei decenni scorsi. La sfida per il futuro sarà quella di valorizzare le potenzialità dell’OSINT, bilanciando l’uso di questa risorsa in modo strategico e etico, per garantire che possa essere impiegato come uno strumento efficace di analisi e difesa.
Per questo motivo, parlando di scenari futuri, è stato evidenziato come un’evoluzione attesa è quella relativa all’accesso alle immagini satellitari ad alta risoluzione. Attualmente, queste pratiche hanno un costo elevato, ma è ragionevole ipotizzare che, con la crescita del movimento e la conseguente espansione della domanda, i produttori di immagini satellitari possano ridurre i prezzi per ragioni di mercato.
Dal punto di vista tecnologico, le capacità di geolocalizzazione continueranno a migliorare, anche grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, già presente in contesti di battaglia e di vita quotidiana. Attualmente, la combinazione dell’IA con strumenti come la ricerca per immagini stanno già rivoluzionando la raccolta e l’analisi delle informazioni. In questo contesto, l’integrazione di nuove tecnologie consentirà una maggiore precisione e velocità, favorendo processi di automazione dell’analisi di immagini. Grazie a questi mezzi, sarà possibile identificare automaticamente attività anomale o rilevare cambiamenti significativi, come la costruzione di nuove strutture, la distruzione di edifici o il movimento di truppe, accelerando il processo di analisi.
CONCLUSIONE
Durante una ricca Q&A session abbiamo parlato anche dell’Italia e di come la situazione in ambito OSINT sia ancora in una fase embrionale. Sebbene l’interesse istituzionale stia iniziando a manifestarsi, come dimostrato dalla pubblicazione di bandi specifici per figure professionali etichettate come “analisti”, l’approccio adottato riflette un’eccessiva burocratizzazione che rischia di ostacolare lo sviluppo di un settore strategico che sta acquisendo sempre più importanza. Il modello di selezione basato principalmente sulla valutazione per titoli e prove standardizzate, tipico della pubblica amministrazione, si rivela non ottimale per risaltare le complessità e le peculiarità delle competenze necessarie per svolgere attività di intelligence delle fonti aperte.
Il lavoro dell’analista OSINT si colloca all’incrocio tra discipline diverse, richiedendo un mix di capacità tecniche e analitiche. Non basta possedere una laurea per eccellere in questo ruolo: servono intelligenza, curiosità, capacità di navigare tra un’enorme quantità di informazioni e discernere quelle più rilevanti, oltre a una solida padronanza delle tecnologie e degli strumenti di analisi. La capacità di gestire informazioni complesse, di collaborare in team multidisciplinari e di adattarsi rapidamente a nuovi strumenti e tecnologie dovrebbe essere considerata prioritaria in una professione che esige abilità pratiche e un approccio mentale orientato al problem solving, elementi difficilmente misurabili con i tradizionali criteri di selezione.
In conclusione, attraverso una valorizzazione delle capacità individuali sarebbe possibile accrescere non solo la qualità e la quantità degli analisti selezionati ma rafforzerebbe anche la posizione dell’Italia nel panorama internazionale. In un mondo dove l’OSINT sta diventando un pilastro fondamentale dell’attività d’intelligence e del settore della sicurezza, occorre puntare su approcci flessibili e dinamici che mettano al centro il talento e l’efficacia operativa. Ridurre il livello di burocratizzazione non è solo un’esigenza tecnica, ma un atto di visione strategica che può portare benefici di lungo termine, ponendo le basi un sistema di difesa più robusto e competitivo.
Pubblicato il 21/02/2024
Andrea Vacca (Dossier Difesa, Content Manager)
- Ludo Block, The long history of OSINT, Institute for Security and Global Affairs, Leiden University, The Hague, Netherlands, Giugno 2023. ↩︎
- US Department of State, Open Source Intelligence Strategy, Maggio 2024. Disponibile online: Open Source Intelligence Strategy – United States Department of State ↩︎